Contrattura muscolare

COS’È LA CONTRATTURA MUSCOLARE

La contrattura muscolare è una lesione muscolare provocata dalla contrazione involontaria 

e improvvisa di uno o più muscoli.

Rappresenta un atto di difesa del nostro corpo, messo in atto quando il tessuto muscolare viene sollecitato con un carico eccessivo e che va oltre il suo limite di sopportazione fisiologico.
Si manifesta con la comparsa di rigidità e aumento del volume (ipertonia) delle fibre muscolari coinvolte, apprezzabile alla palpazione.

La contrattura muscolare rientra negli interessi della traumatologia, branca della medicina che si occupa di lesioni muscolari, anche se rappresenta un disturbo definito lieve e sopportabile e, ad ogni modo, meno grave dello stiramento e dello strappo muscolare o di un’eventuale rottura delle fibre muscolari, essendo caratterizzata solamente da un aumento del tono del muscolo contratto e non da un danneggiamento del tessuto.

muscoli generalmente più colpiti sono a livelli di:

  • gambe – ginocchio (muscoli gemelli e muscolo soleo, bicipite femorale)
  • coscia (muscolo sartorio e muscoli adduttori)
  • spalla – collo (muscolo trapezio)
  • schiena (muscoli lombari e dorsali)

In caso di contrattura muscolare si avverte un dolore modesto e diffuso lungo la zona interessata e risulta più frequente durante l’esercizio fisico. Pur non causando necessariamente la sospensione dell’attività sportiva, in quanto generalmente ben tollerato, è caldamente raccomandato interrompere temporaneamente l’allenamento fino alla completa guarigione, per allontanare il rischio di complicazioni.

Nel dettaglio, i sintomi di una contrattura sono:

  • dolori muscolari
  • mancanza di elasticità muscolare con conseguente sensazione di rigidità
  • aumento del tono muscolare
  • tensione
  • limitazione dei movimenti
  • impossibilità di utilizzare il muscolo interessato
  • lividi

A causa dell’analoga sintomatologia, una contrattura può essere facilmente scambiata per un crampo muscolare, dal quale differisce però per alcuni aspetti, tra i quali: la causa di insorgenza (per i crampi legata a squilibri idro-salini), i tempi di guarigione (più lunghi per la contrattura), tipo di dolore (più violento con un crampo) e impatto sull’attività in corso (con il crampo l’interruzione è inevitabile).

Talvolta può essere invece uno stiramento ad essere confuso per una più lieve contrattura, in quanto entrambi caratterizzati da aumento del tono muscolare. La differenza sostanziale sta invece nella presenza di allungamento delle fibre muscolari (elongazione) nel primo caso, non riscontrabile in caso di contrattura.

Come si riconosce una contrattura muscolare?

Benché i sintomi siano di norma facilmente riconoscibili, se in presenza soprattutto di dolore molto inteso è consigliato rivolgersi al proprio medico curante o al pronto soccorso, per accertare la diagnosi, escludendo danni più gravi.

Le analisi praticate dallo specialista per constatare l’entità del danno sono:

  • palpazione per valutare l’ipertonia e la posizione dei punti dolorosi
  • ecografia

Chiunque può incorrere in una contrattura muscolare, nonostante sia più frequente negli sportivi, a cui sono richiesti scatti o particolare impiego di forza, come ad esempio nel calcio, nella corsa o nel fitness, nel rugby, nella lotta ecc.
Le cause possono perciò essere suddivise in “sportive” e “non sportive”.

Cause sportive

  • Sollecitazione e sforzo muscolare troppo intenso, oltre il limite di sopportazione
  • Riscaldamento non adeguato
  • Movimento brusco e improvviso
  • Movimento involontario
  • Allenamento svolto in maniera non adeguata o non proporzionato alla preparazione fisica
  • Debolezza della muscolatura
  • Mancanza di coordinazione nei movimenti

Cause non sportive

  • Svolgere lavori pesanti
  • Scarsa attività fisica
  • Postura scorretta o veri e propri squilibri posturali
  • Squilibri muscolari
  • Eccessivo peso corporeo
  • Gravidanza
  • Essere nell’età dello sviluppo, soprattutto se la crescita è molto rapida
  • Infezioni che coinvolgono la muscolatura

A queste possono essere aggiunte altre situazioni, che favoriscono in maniera più o meno importante la comparsa di contratture muscolari, ovvero:

  • disidratazione e squilibri elettrolitici con particolare carenza di magnesio, potassio, calcio e sodio, sali minerali indispensabili per mantenere il corretto bilanciamento tra contrazione e rilassamento muscolare
  • disturbi circolatori e malattie metaboliche (arteriopatie periferiche, diabete ecc), che ostacolano il rifornimento energetico fisiologico, impedendo soprattutto a glucosio e ossigeno di raggiungere il muscolo
  • patologie muscolari e/o del sistema nervoso, che interferiscono con la normale contrazione (parkinson, epilessia, sclerosi multipla ecc)
  • problematiche articolari croniche (artrite, artrosi ecc) o arti asimmetrici
  • prolungata esposizione al freddo, in quanto va a ridurre l’afflusso di sangue al muscolo coinvolto e a rallentare gli scambi elettrolitici
  • riposo non adeguato, che rientra tra le principali cause di torcicollo, assieme al colpo d’aria. Un cuscino non anatomico, o che non supporta correttamente i muscoli cervicali e del collo, è facilmente associabile alla comparsa di torcicollo
  • stress eccessivo e prolungato nel tempo può favorire l’irrigidimento e la contrattura soprattutto dei muscoli della curva cervicale e lombare, provocando rispettivamente formicolii diffusi, difficoltà a tenere il capo in posizione inclinata o a mantenere la posizione eretta, stando fermi in un solo punto per molto tempo, mal di schiena.

Essendo come abbiamo visto, una problematica generalmente di lieve entità, il riposo è la terapia più efficace e che di norma porta alla completa guarigione in 5-7 giorni. Se non si rispettano i giusti tempi di recupero, ad esempio continuando a svolgere la normale attività sportiva, questo breve periodo potrebbe, tuttavia, allungarsi anche di molto e con la possibile insorgenza di complicazioni non previste.

Oltre al riposo, soprattutto per accelerare il recupero, si consiglia di:

  • seguire l’attività di riabilitazione più opportuna, che tenga conto anche dell’entità e delle cause dell’infortunio
  • allungare la muscolatura attraverso opportuni esercizi di stretching accompagnando la riabilitazione
  • praticare un’adeguata attività aerobica, per favorire l’afflusso di sangue nella zona interessata
  • applicare impacchi caldi, fanghi o fasce termiche autoriscaldanti, per andare a sciogliere le fibre muscolari. Da evitare invece in caso di lesioni vascolari. Anche il ghiaccio può essere utile per bloccare il segnale doloroso, soprattutto appena dopo l’infortunio.
  • praticare tecniche di rilassamento, per ridurre la tensione muscolare
  • utilizzare rimedi fitoterapici in pomata, ad esempio a base di artiglio del diavolo o arnica
  • mantenere una corretta idratazione e aumentare il consumo di alimenti o integratori, contenenti principi antiinfiammatori, quali omega 3 (sgombro, salmone, tonno, oli vegetali ecc), antiossidanti (vitamine, minerali, polifenoli ecc), evitando al contrario l’introduzione di quelli pro-infiammatori (alcol etilico, acidi grassi saturi ecc)

A questi rimedi da praticare anche in autonomia, se necessario, possono essere abbinati trattamenti che prevedono l’intervento di uno specialista.
Ad esempio:

  • massaggio decontratturante di fisioterapia, soprattutto per le contratture dei fasci profondi o dei muscoli interni
  • “kinesio taping”: consiste nel sfruttare la trazione di bende adesive ed elastiche poste in particolari posizioni a seconda del tipo di contrattura e, talvolta, contenenti bassi dosi di principi attivi
  • tecarterapia: rientra tra le tecniche fisioterapiche e prevede l’utilizzo di un condensatore capace di generare calore all’interno dell’area anatomica interessata
  • “strecht and spray”: l’osteopata pratica l’allungamento del muscolo per poi refrigerarlo attraverso l’applicazione di uno spray freddo con lo scopo di bloccare il dolore
  • Tens (stimolazione elettrica nervosa sottocutanea): attraverso delle placche elettroconduttive invia impulsi elettrici agendo contro lo stimolo doloroso
  • laserterapia: sfrutta il laser per incrementare l’attività metabolica, la vasodilatazione e il drenaggio dei liquidi e, di contro, ridurre l’infiammazione e il dolore
  • magnetoterapia: sfrutta gli effetti del campo magnetico sul corpo
  • ultrasuoni: mediante le onde acustiche ad alta frequenza stimola il riassorbimento ematico

Infine, se il dolore risulta particolarmente intenso, è possibile ricorrere anche a un trattamento di tipo farmacologico.

Tra i farmaci troviamo:

  • Farmaci antinfiammatori non-steroidei (FANS): ad uso topico, cioè formulati in pomata, gel o crema, o per uso sistemico, come per esempio quelli a base di Diclofenac
  • Miorilassanti: per rilassare la muscolatura scheletrica e liscia, andando ad agire sul sistema nervoso centrale. Possono essere somministrati per via orale, parenterale tramite iniezione o per via topica.

Si sceglie una formulazione topica rispetto a una orale o viceversa in base alla sede e all’estensione della parte contratta. Se la zona interessata è limitata e specifica ad esempio a gambe, schiena, spalle o collo, l’applicazione topica è da preferirsi, in quanto si va a sfruttare l’azione mirata nel punto dove è presente il dolore.
Al contrario, se il dolore è molto intenso o se a essere interessata da contrattura è un’area più vasta del corpo, come ad esempio nel caso del famoso “colpo della strega”, è da preferire l’assunzione per bocca, in quanto dà effetti più rapidi.
L’attività delle due tipologie di formulazione, a parità di concentrazione, è ad ogni modo del tutto comparabile.

La prevenzione punta sull’evitare i fattori predisponenti o causa della contrattura.

È perciò raccomandato:

  • eseguire sempre un adeguato riscaldamento e allungamento muscolare, prima di qualsiasi attività sportiva, anche se leggera, ad esempio con esercizi di stretching
  • assicurarsi di avere la giusta preparazione fisica, prima di affrontare uno sforzo prolungato o esercizi sportivi
  • mantenere la giusta temperatura corporea, coprendosi adeguatamente o utilizzando pomate riscaldanti specifiche, soprattutto nei mesi invernali e in caso di sport all’aperto
  • rispettare i tempi di recupero, di solito di una settimana
  • assumere una postura corretta e/o correggere eventuali squilibri muscolari, anche con l’aiuto di tutori e cuscini anatomici per un buon riposo
  • indossare scarpe e solette adatte ad accompagnare il movimento del corpo, proteggendolo da sovraccarichi eccessivi e improvvisi
  • mantenere una corretta idratazione e un giusto equilibrio di sali minerali e vitamine

Il Farmacista Consiglia

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